Chi è quel giovanotto indisponente
con la Vespa scoppiettante
che disturba la mia pubblica quiete?
Vedo un qualchecosa sul giubbotto,
poi c’è scritto, che c’è scritto?
SG. Chevvordì? Che è, Sandro Giacobbe?
Impossibile, Sandro non ha lo spessore;
e poi c’ha il mantellino, minimo dev’essere,
che so, un illusionista, un contorsionista.
No, ma è un supereroe.
“Hai indovinato, matusa, sono Supergiovane.”
Eh, ma ditele prima le cose, no?
Sfreccia, impenna, esclama porco dito,
io rimango abbrustolito
dalle fiamme espulse dalla petomarmitta;
motociclo o motocarrozzetta,
sgomma, inchioda, va a manetta
e fa cagare addosso i matusa e il governo.
Go go go go go go governo.
Lui li stordisce con le fiale puzzolenti,
poi li subissa di cingomma nei capelli
e li finisce sputazzando il riso con la penna bic.
Mi piace quel ragazzo. Perché?
Sto diventando forse ricchione?
Ma ditemi in sostanza se c’è
qualcuno che affronti il governo e i matusa
con grinta e simpatica verve
come quel matto di Supergiovane.
Supergiovane.
Subdolo il governo si avvicina
travestito da piscina
traboccante di analcolico biondo.
Un giovane si tuffa nella vasca
come un vero Giamburrasca,
ma a contatto con il liquido esclama:
“Ma vaffancuore, questo è il terribile analcolico moro.
Aiuto, Supergiovane!”
Scatta Supergiovane e derapa,
soccorrendo il... il Capotel... il Canopeta...
il Capotel... il Catop... Catoblepa, il Catoblepa.
Superdgr e derapa
soccorrendo il Catoblepa,
che purtroppo sta tirando le cuoia.
“Addio, Supergiovane. Per me ormai è ormai finita.” “No!”
“L’analcolico moro è entrato in circolo”.
“Non dire così, amico Catoblepa. Ecco, prendi questo!”
“No, ma.. cosa...?” “Ah” “Ah” “Sss” “Ah h h”
“Ah... Catoblepa?! Catoblepa!
No! Assassini! No! Governo bastardo!”
Catoblepa Catoblepa,
io ti dono le mie Tepa
per il viaggio che conduice all’aldilà.
Catoblepa, Catoblepa, Catoblepa, Catoblepa,
Catoblepa, tu mio amico morto, io vendicherotti, tu.
E Supergiovane dà fuoco a uno spinello
col quale affumica il governo che, all’istante,
passa all’uso di eroina e muore pieno di overdós.
Mi piace quel ragazzo. Perché?
Sto diventando forse ricchione?
Ma ditemi in sostanza se c’è
qualcuno che affronti il governo e i matusa
con grinta e simpatica verve
come quel matto di Supergiovane.
Supergiovane.
In un tripudio di miccette
il governo esplode e i suoi brandelli in cielo
compongono la scritta ZIO CANTANTE,
che sta a significare lo scorno dei matusa
mentre i giovani limonano felici esaminando
giornali tipo Lando, che ritornano alla luce
dopo un’era di arbitrario oscuramento,
grazie al provvido intervento
che operò quel sacramento di...
“Supergiovane, Supergiovane,
salva il giovane, libera la giovane.
Super, Super, Supergiovane.”
Cantiamo la nostra “gratitudine, gratitudine”
a questo raro esempio di “rettitudine”
perché siamo una “moltitudine.”
“Super.” Super. “Super.” Super. “Supergiovane.”
E ora cantiamo la nostra “longitudine.”
Latitudine. “Latitudine.”
Cosa c’è nel mare? “La torpedine.”
Cosa c’è in Friuli? “Trieste e Udine.”
Bravi. “Grazie.” Prego. “Bravo.” Grazie.
“Tenchius.” Tenchius. “Fenchius.” Fenchius.
“Tenchius supermuch!”
“E non è finita: per festeggiare,
offro Coca Cola con l’aspirina a tutti.” Yeah.
“E fra dieci minuti voglio vedervi tutti in acido.” Yeah.
E ricordate: ovunque ci sia un giovane in difficoltà,
ovunque ci siano persone, cose, animali, città,
fiumi, governi, marche di automobili
che cerchino di limitare la vostra gioventù,
la ci sarà lui con le sue miccette sempre accese.
Perché Supergiovane è allegria più, Bulgaria più,
sciatalgia più più più.
Fave, fave, fuca, fuca.
Stappa stappa stappa stappa stappa dai.
Stappa stappa stappa stappa stappa dai.
È allegria, è Bulgaria, è sciatalgia.
Siamo forse secchioni? “No.”
Siamo forse matusa? “No.”
Siamo forse governi? “No.”
Siamo forse checchineris?
Siamo forse bulicci? Iarrusi? Buhi? Puppi?
Posapiano? Orecchioni? Mangiatori di fave?
Orrendi? Rammendati? Giuísci? Meiùsi?
Magutti? Fendéri? Finestrati? Oietti?
Samanettati? Rautìti? Semeiùti?
Aperitaviti? “No.”
Aperitivi? “Sì.”